La Rainbow Mountain, anche chiamata Vinicunca o Montaña de Siete Colores, è diventata nel giro di pochissimo tempo uno dei luoghi più fotografati di tutto il Perù, secondo solo a Machu Picchu.

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Non troverete informazioni in merito su nessuna guida cartacea, perlomeno nelle meno recenti, perché la sua scoperta è recentissima ed è stata aperta al pubblico solamente da un paio d’anni. Se state programmando un viaggio in Perù impossibile non essersi ancora imbattuti nella foto di questa montagna incredibile e degli strati colorati che la formano, risultato della sedimentazione di diversi minerali nel suolo.

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Ci troviamo nella regione del Vinicunca, a circa 3 ore di auto da Cuzco, e la partenza per questo trekking è prevista alle 3 del mattino.

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Prima di buttarsi a capofitto in questa escursione è importante sapere che si tratta di un trekking decisamente impegnativo non tanto per il percorso in sè, che alterna brevi ripide salite a tratti quasi pianeggianti dove recuperare fiato, quanto per l’altezza che si raggiunge: 5200 mt sul livello del mare, la più alta di tutto il nostro viaggio, con un dislivello di circa 1000 mt.

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A questa altezza la respirazione è difficoltosa e si può andare incontro a diversi sintomi tipici del soroche come nausea, mal di testa, o come nel mio caso sangue dal naso, per questo è consigliabile affrontare questo trekking dopo qualche giorno di acclimatamento a Cuzco (3400 mt slm) così da dare al proprio fisico il tempo di adattarsi all’altitudine in modo graduale.

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Giunti in cima godrete di una vista impareggiabile della valle e del ghiacciaio Ausangate in lontananza mentre riprenderete fiato dopo la salita finale davvero impegnativa.

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Dopo esserci riposati per qualche minuto abbiamo deciso di proseguire e raggiungere la cima della Valle Roja, un po’ meno frequentata rispetto alla Rainbow Mountain ma ugualmente affascinante.

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La salita alla Rainbow Mountain e successivamente alla Valle Roja richiede in tutto circa 3h senza considerare le pause, il consiglio è di prendersi comunque il proprio tempo sulla base della reazione del corpo all’altitudine: con il 18% di ossigeno a disposizione ogni passo è davvero un impegno!


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